L’albero del Rockefeller Center: Una tradizione che affonda le radici nella storia di Cesidio Perruzza

Nel cuore della grande storia del Rockefeller Center a New York, un capitolo memorabile è dedicato a Cesidio Perruzza, un uomo dal cuore ciociaro che, nel lontano 1901, lasciò la sua terra natale, l’Italia, per cercare fortuna negli Stati Uniti.

L’Inizio di una storia Luminosa

Lavorando come scavatore e dinamitardo, Cesidio si unì a una squadra di operai italiani che avrebbe plasmato il volto di Manhattan nel corso degli anni, contribuendo alla costruzione di importanti monumenti come il Rockefeller Center, il tribunale a Foley Square, la metropolitana sulla Sixth Avenue, il primo Madison Square Garden e il palazzo delle Nazioni Unite.

Cesidio, con il suo spirito coraggioso e la sua voglia di portare gioia durante i tempi difficili della Grande Depressione, un giorno sorprese i suoi compagni di lavoro con un maestoso abete balsamico alto sei metri. Questo gesto simbolico era il suo modo di dire: “Siate felici, ragazzi, abbiamo lavoro”. La moglie di Cesidio, insieme alle altre donne degli operai italiani, creò a mano ghirlande e raccolse file di mirtilli rossi per decorare l’albero, trasformando un semplice gesto in una tradizione condivisa.

Due anni dopo, nel 1933, l’idea di Cesidio si trasformò in una tradizione annuale del Rockefeller Center, dando vita a quello che oggi è conosciuto come l’albero di Natale più famoso al mondo. Con il passare degli anni, l’albero è cresciuto in altezza e sfarzo, sormontato ora da una stella Swarovski di quattrocento chili e composta da tre milioni di cristalli, rappresentando un’icona di Natale riconosciuta globalmente.

Questa storia rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga narrazione iniziata quasi un secolo fa, grazie a un operaio sognatore con il cuore ciociaro. Un dinamitardo che, nonostante le sfide e le difficoltà, non aveva paura di diffondere gioia e felicità. Oggi, l’albero di Natale del Rockefeller Center continua a essere un simbolo di speranza, con radici che affondano nelle storie di uomini come Cesidio Perruzza, che con il loro lavoro hanno contribuito a costruire non solo edifici imponenti, ma anche legami di comunità e tradizioni durature.